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parole: 203

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poesia è fingere di aver trovato la formula per dire
che si vedono montagne sui balconi delle case
di transito

per quelle, la sensazione di averle già viste è forte
non dirò delle altre ai margini delle infossate, da buon pendolare
e tante altre cose

meglio che io mi fermi alle parole che espongono il mero pensiero
e bene o male tutti ci accomuna la cosa
che non richiede equazioni matematiche
profonde, sennò ci si perde

nel peso della montagna applicato al balcone di transito
di modo che a tutti i ritorni campeggiano sullo sfondo delle cose e se ne stagliano davanti altre
a seconda della giornata, e del clima e delle cose più o meno comuni

in breve ho capito che per quelle montagne percosse dai cieli di tutti i colori
e dai riverberi cementizi, nonché dalla macchia verde che si interpola
a seconda della pragmatica edilizia e del contesto

per quelle montagne lì non si può che usare parole gobbe
non storpie, ma gobbe; e quali sono le parole gobbe? Quelle che si piegano
per convogliare più senso ma però non funzionano
e ora incominciano a venire sempre più spesso

gli altri, dopo aver letto qui, farete maggiore attenzione ai balconi

 Cristiana Fischer - 30/04/2015 17:42:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

un andamento narrativo inconsueto per te, anche se la riflessione finale sulle parole gobbe e non storpie, convesse e non mancanti, riporta a modi passati
ma sul fare attenzione ai balconi... se non viaggi avanti e indietro dai balconi uno si tuffa... nella gibigianna! :-))

  Cristina Bizzarri - 30/04/2015 16:58:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Gli altri farò senz’altro più attenzione ai balconi. Le parole gobbe mi piace
tantissimo. Come de-formiamo la realtà. Ma cos’è la realtà? Questa tua poesia mi dice come sarebbe facile cadere nei luoghi comuni alla new age - quella tamarra. E io non lo voglio fare. Non qui, non con te che sei tra i miei recherchiani preferiti. Uno che non dice mai punto.

 Lorenzo Mullon - 30/04/2015 16:00:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

mi piace
sono sempre stato attratto dalle macchie dei balconi

la finzione come atto di volontà nasconde almeno un barlume di vero
quella confusione di macchie dove il ragionamento va in tilt
e il nostro sguardo schizza in direzioni impreviste
alza un velo su certi intrecci della natura
che abbiamo paura di osservare

per gli spiriti deboli e oscurati
meglio accontentarsi della credenza in un reale così come sembra
rassicurante certo stabilito e benedetto

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